Agricoltura rigenerativa: come ridare vita al suolo

Con il progetto Terra Vital, SWICA vuole contribuire alla salute della natura. Da agosto, fino a sette aziende verranno accompagnate durante i prossimi tre anni nel passaggio all’agricoltura rigenerativa. Solo chi osa, sperimenta e soprattutto impara a osservare può trasformare anche i fallimenti in successi.
Daniel Bärtschi, in veste di agricoltore qualificato e presidente dell’associazione Agricultura Regeneratio apporta una grande esperienza. Qual è il suo obiettivo come responsabile del progetto?
Nei prossimi tre anni vogliamo aiutare le aziende agricole a produrre humus e a creare così un terreno sano. Perché un suolo sano è la base indispensabile per la vita e per la
salute di piante, alimenti ed esseri umani.

Come si può valorizzare il suolo, cosa occorre a tal fine?
Sicuramente all’inizio ci vogliono molto tempo, pazienza e soprattutto disponibilità al cambiamento. Solo chi osa, sperimenta e soprattutto impara a osservare può fare progressi
e a volte anche trasformare i fallimenti in successi. I nostri terreni sono stati coltivati a lungo in modo intensivo. Pertanto, nei decenni si sono impoveriti e le quantità di humus e
sostanze nutritive si sono ridotte drasticamente. Un suolo sano necessita di colture intercalari, rotazione delle colture, piante tappezzanti, animali come vacche o polli che concimano il terreno e alberi che fanno ombra e migliorano il bilancio idrico grazie alle radici.

Quali fattori hanno determinato questa situazione?
L’uomo ha creduto a lungo di poter dominare la natura dal punto di vista tecnico e manipolarla con sostanze chimiche o artificiali. Fattori esterni e decisioni politiche hanno
indotto a puntare maggiormente sulla quantità e su un’agricoltura intensiva, causando lo sfruttamento e il degrado del suolo. L’agricoltura rigenerativa promuove invece un
sistema circolare naturale. Nel caso ideale, l’azienda agricola sfrutta ciò che produce direttamente, utilizzandolo ad esempio come mangime e concime di fattoria, così a lungo
termine riduce la sua dipendenza dai prodotti in commercio.

Qual è l’impatto della conversione sull’operatività aziendale?
Con il passaggio all’agricoltura rigenerativa, all’inizio i ricavi diminuiscono. Dopo trecinque anni il suolo diventa più sano e l’azienda aumenta i ricavi a fronte di costi più bassi,
poiché deve utilizzare meno sostanze esterne. L’agricoltura rigenerativa non punta a realizzare il massimo profitto, bensì un guadagno ottimale. Almeno il 40 per cento delle agricoltrici e degli agricoltori passerebbe a questo metodo, se potesse contare sul sostegno della politica e del mercato.

Cosa succederà se non interveniamo ora?
Se non passiamo ora all’agricoltura rigenerativa, tra qualche anno ne pagheremo le conseguenze. Il cambiamento climatico, di per sé, dimostra che è in atto un processo
di desertificazione. Se il suolo si prosciuga non è più coltivabile o necessita di un’irrigazione troppo intensiva per essere sostenibile. Dobbiamo rimettere al primo posto la qualità anziché la quantità.
Insieme per la salute delle persone e dell’ambiente: il progetto Terra Vital di SWICA

Nei prossimi cinque anni SWICA, insieme al suo partner WWF, vuole contribuire alla salute delle persone e dell’ambiente nell’ambito del progetto Terra Vital, dedicato alle torbiere e all’agricoltura rigenerativa. Il sostegno di progetti per la protezione delle torbiere basati sulla loro rivitalizzazione e sulla loro manutenzione aiuterà a preservare queste aree. Tra l’altro, gli interventi di manutenzione e le escursioni in gruppo favoriscono il benessere delle persone partecipanti.

In Svizzera, la qualità del suolo è stata trascurata a lungo e lo sfruttamento intensivo dei terreni ha causato la perdita del 50-70 per cento del materiale organico. Una conseguenza della riduzione dell’humus è una minore capacità di immagazzinare acqua, sostanze nutritive e CO2. Grazie all’agricoltura rigenerativa, in futuro i cibi saranno più ricchi di nutrienti. Nell’ambito di questo progetto, con il sostegno dell’associazione Agricultura Regeneratio, fino a sette aziende agricole passeranno all’agricoltura rigenerativa nei prossimi tre anni.

Con la natura, per la natura
Dal 2019 Thomas Grob (43 anni) è impegnato a convertire gradualmente la sua azienda di Urdorf all’agricoltura rigenerativa. Tra le altre cose cerca di impiegare microrganismi nella coltivazione degli ortaggi, somministra mangime con carbone attivo ai suoi 2100 polli, preserva la biodiversità delle sue piante e prova a riutilizzare in un ciclo ecologico tutto ciò che viene prodotto nella sua azienda agricola. Nei campi, ad esempio, sparge la pollina, che garantisce una migliore concimazione grazie al carbone attivo presente nel mangime. Quale membro di Agricultura Regeneratio apprezza soprattutto lo scambio e il confronto con agricoltrici e agricoltori; le esperienze sono tutte diverse, ma ogni informazione è utile. grobshofladen.ch