Persone SWICA con Christian Frei
«Non possiamo permetterci di ignorare l’importanza delle cure integrate»
Aumento dei costi, carenza di personale specializzato e un maggior numero di persone con malattie croniche o multiple: per affrontare le sfide del settore sanitario, è sempre più importante sviluppare piani terapeutici coordinati e interprofessionali. Christian Frei, responsabile Cure integrate, spiega nell’intervista cosa significa tutto questo e di cosa si occupano lui e il suo team presso SWICA.
12.08.2024 | di Gioia Wetter
Christian, all’inizio delle tue presentazioni e conferenze ti piace mostrare una diapositiva con una foto dei Rolling Stones. Perché?
Perché mi consente di fare un paragone con l’interprofessionalità nel settore sanitario: come dimostrano le band di successo, per far funzionare le cose serve la collaborazione di tutti. Che si tratti di personale medico o infermieristico, di personale farmaceutico o pazienti, nessuno deve prevaricare e ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità.Il parallelo con la musica non è casuale: tu stesso sei chitarrista di una band. Il tuo lavoro come responsabile Cure integrate presso SWICA ti lascia abbastanza tempo da dedicare alla musica?
Sì, certo. Ho un buon equilibrio tra lavoro e vita privata, ed è uno dei motivi per cui sono qui da oltre 20 anni. Quando sono arrivato da SWICA però non si parlava ancora di cure integrate, strutturate o coordinate. Appena entrato in servizio ho partecipato alla creazione del settore specialistico Medicamenti. In seguito ho ricevuto continuamente altri incarichi interessanti, finché nel 2016 sono stato nominato responsabile Cure integrate.
Di cosa vi occupate esattamente tu e il tuo team?
Realizziamo diversi progetti con i fornitori di prestazioni per far sì che le persone assicurate possano mantenersi sane, guarire o vivere bene nonostante le limitazioni dovute a problemi di salute. Soprattutto nel terzo ambito che ho citato portiamo avanti numerosi progetti a beneficio delle persone con malattie croniche. A tale riguardo è importante ricordare che le malattie croniche rappresentano una quota significativa dei costi nel nostro sistema sanitario, e la tendenza è in forte aumento. Tuttavia, con le nostre attività e i nostri progetti possiamo contribuire in misura importante a migliorare la qualità di vita delle persone interessate.Quando parli di fornitori di prestazioni, intendi i medici?
Sì, esatto, ma non solo. Collaboriamo molto spesso con i medici di famiglia, che ancora oggi sono il primo e principale punto di riferimento per le pazienti e i pazienti, specie in caso di malattie croniche. Oltre alle reti di medici di base, i nostri partner comprendono anche catene di farmacie, servizi di telemedicina, ospedali e cliniche.Hai studiato farmacia e hai diretto una farmacia per dieci anni. Questo bagaglio ti è utile per il tuo lavoro?
Sì, assolutamente. Nella mia lunga esperienza professionale come farmacista presso santémed (oggi Medbase) e sanacare ho collaborato a stretto contatto con il personale medico, quindi so come si lavora all’interno delle reti interprofessionali. Questo mi aiuta a valutare se un progetto ha senso oppure no. Al contempo, se siamo in grado di confrontarci in modo paritario, il nostro lavoro sarà accettato più facilmente dai partner.Su quali aspetti influisce maggiormente il tuo lavoro?
Sul rimborso delle prestazioni non contemplate dalla legge federale sull’assicurazione malattie. Ad esempio, nell’ambito di un programma di Disease Management una paziente o un paziente riceve un trattamento strutturato e coordinato tra le diverse figure professionali necessarie. Gli studi medici, però, non possono fatturare i costi di questo coordinamento tramite Tarmed. Per questo ci impegniamo contrattualmente a rimborsare questa e anche altre prestazioni, in quanto siamo convinti che grazie a tale programma il trattamento risulterà più efficace ed economico nel suo complesso. In seguito esaminiamo i risultati sulla base di dati anonimizzati.«Dobbiamo impiegare nel posto giusto e al momento giusto le specialiste e gli specialisti che ci rimangono.» Christian Frei, responsabile Cure integrate presso SWICA
Come è cambiato negli ultimi anni il dibattito sulle cure integrate?
La scarsità di personale specializzato si ripercuote ormai su tutti i livelli. Per me è evidente che oggi non possiamo più permetterci di ignorare l’importanza delle cure integrate. Dobbiamo impiegare nel posto giusto e al momento giusto le specialiste e gli specialisti che ci rimangono. Proprio qui bisogna recuperare terreno: negli ultimi anni sono nate nuove figure professionali e nuovi attestati di capacità che potrebbero contribuire a sgravare il settore sanitario. Tuttavia, le competenze e i settori d’intervento di queste nuove figure professionali sono poco conosciuti; inoltre non esistono tariffe riconosciute e quindi neppure una rimunerazione per le prestazioni erogate. Ci troviamo davanti a sfide enormi. Per garantire cure appropriate a lungo termine, le varie figure professionali dovranno collaborare in modo coordinato all’interno di reti.Altri articoli su questo tema
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