Longevity: è lo stile di vita a influenzare la nostra speranza di vita, non i geni
Vivere a lungo non è solo un desiderio: ormai è una vera e propria tendenza. In generale, noi esseri umani raggiungiamo età sempre più avanzate. In questa intervista, la gerontologa Heike A. Bischoff-Ferrari ci spiega a cosa dobbiamo prestare attenzione se vogliamo invecchiare restando in buona salute.
13.03.2025 | di Alexandra Sasidharan-Scherrer
L’elisir di lunga vita non esiste, ma negli ultimi 200 anni per l’umanità le probabilità di vivere oltre i 65 anni sono quasi raddoppiate. Per questo invecchiare restando in buona salute è ancora più importante.
In questa intervista Heike A. Bischoff-Ferrari spiega cosa significa, anche per lei personalmente. La gerontologa sarà titolare della cattedra di Geriatria e gerontologia all’Università di Zurigo fino a fine giugno. Da luglio assumerà lo stesso ruolo presso l’Università di Basilea e sarà capo dipartimento presso il Centro universitario di medicina geriatrica Felix Platter.
Heike, in che modo vorresti invecchiare?
Vorrei essere circondata da persone che conosco da tempo o fare nuove conoscenze anche in età avanzata. Per me è importante rimanere curiosa e poter continuare a dare un contributo alla società.
In che misura si può influenzare il proprio invecchiamento? Dipende più dai geni che dallo stile di vita?
Oggi sappiamo che la variabilità della nostra speranza di vita è determinata dai nostri geni solo dal 10 al 30 per cento. Per il resto è influenzata dall’ambiente e dal nostro stile di vita. Tuttavia, possiamo influenzare questi fattori epigenetici conducendo una vita sana.
Per esempio, dalla ricerca sul cancro e sulla demenza è emerso che nelle persone che presentano un rischio genetico l’insorgenza della malattia dipende per il 90 per cento dallo stile di vita. Infatti, i cosiddetti marcatori epigenetici «stop and go» influenzano l’espressione dei geni attivandola o disattivandola. Di conseguenza, il nostro stile di vita è un fattore importante.
Personalmente, cosa fai per vivere in modo sano e per restare in salute?
Prendo la vita con umorismo e cerco di essere attiva, di muovermi molto e, per esempio, di salire le scale anziché prendere l’ascensore. Mi assicuro anche di dormire bene, seguo un’alimentazione sana, faccio yoga di tanto in tanto e assumo gli integratori di vitamina D e omega-3 analizzati nello studio DO-HEALTH.
SWICA Talks «Longevity: la Svizzera invecchia sempre di più»
Vivere a lungo non è solo un desiderio: ormai è una vera e propria tendenza. Nel nuovo episodio di SWICA Talks, Heike A. Bischoff, specialista in medicina interna generale con specializzazione in geriatria, ed Erich Scheibli, care manager clientela privata SWICA, discutono di come invecchiare in buona salute e di come ciò cambi le nostre vite.
Quando si dovrebbe iniziare a prendersi cura della propria salute? In altre parole, a un certo punto può essere troppo tardi?
Nella nostra ricerca abbiamo osservato che le persone che iniziano a promuovere la propria salute a un livello basso mostrano i miglioramenti più rapidi. Raccomandiamo sempre una combinazione di modifiche dello stile di vita fattibili e non misure estreme, come correre una maratona.
Combinando i fattori di uno stile di vita sano si ottengono benefici aggiuntivi per la salute e si rallenta il processo di invecchiamento. I fattori di uno stile di vita sano includono fare movimento, seguire un’alimentazione sana, dormire bene, non fumare, imparare cose nuove, avere interazioni sociali e allenare la consapevolezza.
Ognuno di questi fattori è versatile e si rafforza in combinazione con gli altri. Ad esempio, se faccio movimento per ridurre il rischio di demenza, rallento anche il mio processo di invecchiamento biologico, miglioro la salute del mio sistema cardiovascolare e riduco il rischio di diabete.
Quanto è importante avere ancora un ruolo in età avanzata?
Nelle cosiddette Zone Blu, per esempio a Okinawa in Giappone o in Sardegna, dove si invecchia in buona salute in misura superiore alla media, le persone anziane hanno creato una rete sociale all’interno della quale si sostengono a vicenda e continuano a svolgere un ruolo importante nella società anche in età avanzata. In queste zone l’alimentazione a base vegetale, la vivace interazione sociale e l’attività fisica sono saldamente ancorate allo stile di vita.
Di recente, nella rivista scientifica Nature Aging hai pubblicato gli ultimi risultati della ricerca sull’efficacia degli omega-3. Che consiglio daresti a chi desidera allungare la propria speranza di vita?
In «DO-HEALTH», il più grande studio sulla longevità in buona salute in Europa, abbiamo rilevato che l’assunzione combinata di vitamina D e acidi grassi omega-3, oltre a una regolare attività fisica, può ridurre il rischio di cancro del 61 per cento e il rischio di infermità prematura del 39 per cento. Durante questo studio della durata di tre anni, questi effetti degli acidi grassi omega-3 (un grammo al giorno, a base di alghe) si sono tradotti anche in un ringiovanimento biologico di un massimo di quattro mesi. Nei casi in cui sono state combinate tutte e tre le misure l’effetto sull’età biologica è aumentato.
Una vita lunga è auspicabile a tutti i costi? Cosa pensi delle cliniche della longevità?
La ricerca sulla longevità si concentra sul prolungamento della speranza di vita in buona salute, ossia sugli anni in cui si può essere sani e attivi. Le cliniche della longevità vanno di moda, ma le loro raccomandazioni e misurazioni non si basano su prove scientifiche. Inoltre, molte persone non possono permettersi questo tipo di analisi e trattamenti.
«Nella nostra ricerca abbiamo osservato che le persone che iniziano a promuovere la propria salute a un livello basso mostrano i miglioramenti più rapidi.»
Prof. Dr. med. Dr. PH Heike A. Bischoff-Ferrari, titolare della cattedra di Geriatria e gerontologia dell’Università di Zurigo
Qual è la tua visione? In quale direzione dovrebbe procedere la gerontologia e in che modo potrà esserci utile dal punto di vista della salute?
Per allungare la speranza di vita in buona salute abbiamo bisogno di concetti accessibili a tutti. La buona notizia è che le misure che si sono dimostrate più efficaci sono i fattori legati allo stile di vita. La sfida consiste nell’aiutare le persone ad agire.
L’Università di Basilea sta progettando un campus universitario svizzero per la longevità in buona salute con l’obiettivo di far conoscere alla popolazione concetti scientificamente provati e di adottare nuovi metodi di misurazione dell’età biologica nella pratica clinica.
Inoltre, presso il Campus svizzero per la longevità in buona salute è presente il Global Healthspan Extension Consortium, una rete di ricerca globale che si è posta l’obiettivo di sperimentare nuove soluzioni per rallentare il nostro processo di invecchiamento attraverso progetti comuni.
Heike A. Bischoff-Ferrari diventa capo dipartimento e fonda un campus
All’inizio di luglio 2025, Heike A. Bischoff-Ferrari, titolare della cattedra di Geriatria e gerontologia dell’Università di Zurigo, assumerà la cattedra di Geriatria presso la Facoltà di Medicina di Basilea e la funzione di direttrice medica e capo dipartimento presso il Centro universitario di medicina geriatrica Felix Platter (UAFP).
Come ulteriore sviluppo di DO-HEALTH, presso l’Università di Basilea e l’UAFP è prevista la creazione di un campus svizzero unico per la longevità in buona salute finalizzato a promuovere l’utilizzo di misure comprovate per allungare la speranza di vita in buona salute in ambito clinico e nella sanità pubblica. L’obiettivo è dimostrare scientificamente nuove soluzioni per la promozione della salute delle persone adulte e metterle in pratica in modo duraturo.