Iniziativa per un freno ai costi
Il nostro sistema sanitario necessita di un freno ai costi?
Il 9 giugno l’elettorato svizzero decide in merito all’iniziativa del Centro per un freno ai costi. Nella SWICA-Newsroom Yvonne Bürgin, vicepresidente del Centro e consigliera nazionale, ci spiega perché è favorevole all’iniziativa mentre Regine Sauter, consigliera nazionale PLR e presidente H+, chiarisce perché è contraria.
A favore
Il momento è arrivato: il 9 giugno il popolo svizzero voterà sull’iniziativa del Centro per frenare i costi della sanità. È ora di farlo, perché il costo della vita in Svizzera è in costante aumento. Un rapporto di esperti commissionato dal governo federale ha concluso già nel 2019 che 6 miliardi di franchi, ovvero il 20 per cento dei costi sanitari totali, potrebbero essere risparmiati ogni anno senza alcuna perdita di qualità. Tuttavia, l’industria farmaceutica, le assicurazioni malattia, gli ospedali e i Cantoni non vogliono risparmiare: tutti gli attori del sistema sanitario si sottraggono alle loro responsabilità e traggono profitto.
Con la nostra iniziativa, ci battiamo per ottenere un sollievo urgente e necessario per i portafogli delle classi medie e delle famiglie. Dobbiamo agire subito, altrimenti rischiamo che il sistema sanitario diventi presto inaccessibile per la classe media. Una famiglia di quattro persone paga già fino a 15 000 franchi all’anno solo per i premi dell’assicurazione malattia!
Per fermare l’esplosione dei premi ed evitare il rischio di una medicina a due velocità, tutti gli attori del sistema sanitario devono assumersi le proprie responsabilità. Solo con il nostro freno ai costi possiamo andare alla radice del problema dell’aumento dei premi delle assicurazioni malattia e porre fine alla continua esplosione dei premi. Per questo il 9 giugno dico con convinzione «sì» all’iniziativa per un freno ai costi!
Yvonne Bürgin
Consigliera nazionale e vicepresidente del Centro
Contro
A giugno voteremo su una presunta cura miracolosa per l’aumento dei costi della sanità: la cosiddetta «Iniziativa per un freno ai costi». Il nome sembra allettante, ma la richiesta è ben diversa: l’iniziativa non vuole altro che un tetto ai costi del nostro sistema sanitario. L’iniziativa prevede di collegare i costi della sanità alla crescita economica. Se dovessero aumentare in modo più marcato, dovrebbero entrare in vigore misure di riduzione dei costi.
Un’assurdità. Da un lato, ciò significherebbe in realtà che in caso di recessione anche i costi sanitari dovrebbero ridursi, il che è problematico dal punto di vista di un’assistenza sanitaria di alta qualità. Dall’altro, un aumento eccessivo comporterebbe la soppressione di prestazioni sanitarie, indipendentemente dal fatto che siano necessarie e giustificate dal punto di vista medico. Il fattore decisivo sarebbero i puri obiettivi quantitativi, non la qualità o l’efficacia dei trattamenti. L’esperienza della Germania e del Regno Unito rende chiare le conseguenze di un sistema sanitario così orientato al budget: razionamento delle prestazioni, lunghi tempi di attesa e sicurezza delle cure solo per chi ha un’assicurazione privata. In sintesi: una medicina a due velocità.
La Svizzera ha uno dei migliori sistemi sanitari al mondo e la popolazione ne apprezza la qualità e l’accessibilità per tutti. E sì, è anche un sistema sanitario costoso; i costi elevati si riflettono nell’aumento dei premi. È da qui che dobbiamo partire, perché ci sono inefficienze che possono essere eliminate. Tuttavia, è anche nostro dovere garantire che il nostro valido sistema sanitario sia mantenuto - per tutti. È quindi importante dire un chiaro «no» all’iniziativa del freno ai costi.
Regine Sauter
Consigliera nazionale PLR, presidente H+ Gli ospedali svizzeri