Colesterolo: la sua cattiva reputazione è davvero giustificata?
Ne esistono due tipi principali: Low Density Lipoprotein (LDL) e High Density Lipoprotein (HDL). Il colesterolo LDL è spesso definito colesterolo "cattivo", perché, in concentrazioni elevate, è associato a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Il colesterolo HDL, invece, trasporta il colesterolo in eccesso dai vasi sanguigni al fegato, dove viene successivamente scomposto ed è quindi considerato "buono".
Per mantenere un buon equilibrio, è importante controllare i propri livelli di colesterolo LDL, che possono essere ridotti anche grazie a una dieta equilibrata ricca di fibre, grassi sani e acidi grassi omega-3. Valide opzioni sono per esempio i prodotti integrali, le noci, l’avocado e il pesce grasso. Gli alimenti ricchi di acidi grassi saturi dovrebbero essere consumati solo in piccole quantità, perché in grado di favorire l’aumento del livello di colesterolo LDL. È quindi opportuno consumare con moderazione:
- carne rossa (2-3 volte alla settimana), salumi (una volta alla settimana)
- cibi fritti
- acidi grassi trans (grassi di produzione industriale utilizzati principalmente per il fast food)
Occorre tuttavia sottolineare che esistono differenze individuali. Alcune persone tendono a reagire con maggiore sensibilità di altre al colesterolo negli alimenti. È quindi consigliabile sottoporsi di tanto in tanto a un check up e collaborare con un professionista in campo medico o un nutrizionista per ottenere le migliori raccomandazioni per la propria salute.