Supporti decisionali nella lotta contro i batteri nocivi
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), i batteri resistenti agli antibiotici sono una delle principali minacce per la salute pubblica. Si stima che ogni anno 1,3 milioni di persone muoiano perché gli antibiotici non funzionano. Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista medica «The Lancet», entro il 2050 questo numero potrebbe quasi raddoppiare. Le conseguenze dell’antibiotico-resistenza potrebbero fare 39 milioni di vittime.
Strategia per contrastare l’antibiotico-resistenza
Il problema è noto. Anche in Svizzera si stanno compiendo notevoli sforzi per prevenire la diffusione delle resistenze antimicrobiche (AMR). Dal 2015, con la «Strategia svizzera contro le resistenze agli antibiotici (StAR)» la Confederazione sostiene un uso attento e ridotto degli antibiotici. La vendita e l’impiego di antibiotici sono monitorati e analizzati. Lo «Swiss Antibiotic Resistance Report 2024» afferma che, dopo una forte contrazione durante la pandemia di Covid-19, negli ultimi anni il consumo di antibiotici nella medicina umana è tornato ad aumentare. Sono quindi necessari ulteriori sforzi per mantenere l’efficacia degli antibiotici. Un’area che presenta un notevole potenziale di miglioramento è quella ambulatoriale, in cui viene prescritto l’87 per cento degli antibiotici. Secondo il dr. med. Adrian Rohrbasser dell’istituto per la medicina di famiglia di Berna (BIHAM), gli antibiotici sarebbero necessari solo in circa la metà dei casi.
Prescrizioni di antibiotici non necessarie
Secondo uno studio del 2017 condotto in tutta la Svizzera, l’80 per cento di tutti gli antibiotici viene prescritto per cinque malattie infettive: otite media acuta, infezioni delle vie urinarie e cistiti, mal di gola, sinusite e tosse infettiva acuta. Molte di queste malattie vengono scatenate da virus oppure, malgrado la loro origine batterica, non necessitano di una terapia antibiotica, che però spesso viene prescritta.
I motivi sono molteplici. «Forse i medici di famiglia pensano che i loro pazienti si aspettino da loro che prescrivano antibiotici. Probabilmente sopravvalutano anche i rischi di complicazioni delle malattie o l’efficacia degli antibiotici. Al contempo sottovalutano le conseguenze dell’assunzione di antibiotici come gli effetti collaterali o il rischio di un aumento delle resistenze», spiega il dr. med. Rohrbasser.
Materiale di supporto decisionale
Il team di ricerca del BIHAM, sotto la direzione di Adrian Rohrbasser, si è dedicato a questo problema: «Abbiamo le prove che le prescrizioni non necessarie di antibiotici diminuiscono se il personale medico viene formato sullo stato attuale della ricerca. Un altro aspetto importante è il coinvolgimento dei pazienti nella decisione terapeutica», spiega il dr. med. Rohrbasser.
Per questo il team di ricerca, in collaborazione con l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) e la Società Svizzera di Medicina Interna Generale (SSMIG), ha preparato supporti decisionali da usare negli studi medici al fine di facilitare i colloqui e il processo decisionale congiunto tra medico e paziente.
Il materiale comprende schede informative che riassumono in modo semplice i fatti medici. I vantaggi e gli svantaggi di una terapia con o senza antibiotici sono spiegati tramite grafici facilmente comprensibili. Inoltre, i medici di famiglia ricevono linee guida per la comunicazione con i pazienti e il loro coinvolgimento, basate sul principio dello «Shared Decision Making».
L’idoneità pratica e quotidiana di questo materiale di supporto è in fase di sperimentazione nell’ambito di un progetto pilota che coinvolge 18 centri medici Medbase.
Tre domande al dr. med. Adrian Rohrbasser del BIHAM
Insieme contro l’antibiotico-resistenza
Lo studio pubblicato su «The Lancet» è allarmante. Come possiamo arrestare l’imminente crisi degli antibiotici?
Un uso consapevole e prudente degli antibiotici è fondamentale. È importante anche che i medici tengano conto delle ultime scoperte sulla durata d’impiego degli antibiotici: spesso trattamenti di durata inferiore sono altrettanto efficaci. Allo stesso tempo, i medici devono essere consapevoli dei vantaggi della terapia antibiotica e dei suoi limiti.
Per una persona con patologie preesistenti la terapia antibiotica può essere imprescindibile. In altre situazioni, invece, ha solo un effetto trascurabile sulla guarigione ed è associata a spiacevoli effetti collaterali, come problemi gastrointestinali, diarrea o problemi renali. Il medico deve informare il paziente e impostare il colloquio in modo da prendere una decisione comune. Questo processo, che coinvolge anche il paziente, è chiamato processo decisionale partecipativo o «Shared Decision Making».
In che modo i pazienti possono utilizzare gli antibiotici in modo responsabile?
I pazienti non dovrebbero nutrire aspettative irrealistiche nei confronti delle terapie antibiotiche e quando parlano con il proprio medico dovrebbero porre le seguenti domande:
- Cosa succede se non faccio nulla?
- Quali sono le terapie alternative?
- Quali sono i vantaggi e gli svantaggi delle varie terapie alternative?
- Abbiamo bisogno di ulteriori informazioni per prendere una decisione?
Queste domande aiutano a prendere decisioni corrette per quanto riguarda gli antibiotici.
I batteri resistenti sono inarrestabili. In Svizzera facciamo molto per combattere l’antibiotico-resistenza. Serve a qualcosa?
Sì, se si prescrivono meno antibiotici a un gruppo di persone, questo avrà meno problemi di resistenza o multiresistenza. Sotto questo aspetto la Svizzera ha una buona posizione di partenza rispetto ad altri Paesi.